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  C o a g u l a
Most Art Sucks
a cura di Massimiliano Gioni

 

Coagula is the most irriverent and aggressive art magazine in the States: the recipe is well known and well tested, gossip and a bit of hatred and envy and a couple of good lawyers to deal with all the libel suits. Finally Coagula has become a book too, titled Most Art Sucks, a collection of delirious and pure, corrosive drivel that melts down the experimental jet set of the art world.

© Coagula

Coagula è l’accolita dei rancorosi del mondo dell’arte: una rivista che trasuda bile, odio, pettegolezzi, attacchi gratuiti contro tutto e tutti, salvo poi salvare e proteggere i nomi più improbabili. Insomma, Coagula non fa altro che portare in primo piano ciò che molte altre riviste nascondono dietro inserzioni pubblicitarie ed editoriali compiacenti. La bile di Coagula è stata finalmente raccolta in un libro, Most Art Sucks, che raccoglie le pagine più spietate della rivista. In collaborazione con gli editori e gli autori, Trax presenta una piccola antologia del volume: una serie di brevi sceneggiature e un test per scoprire se contate o meno nel mondo dell’arte.

 

Film d’artista

Nel mondo dello spettacolo sono praticamente tutti idioti, quindi se vuoi fare lo sceneggiatore devi imparare a riassumere qualsiasi testo in tre, quattro righe.
Esempio: Sceneggiatura del film
Basquiat: Lui fa il pittore, diventa famoso, si droga, muore.
Quindi, ragazzi miei, sbrigatevi e comprate i diritti delle nuove sceneggiature made in Coagula:

Andy Warhol
Lui vive con la mamma, va alle feste dei drogatelli, gli sparano.

Eric Fischl
Lui va alla Cal Arts, diventa famoso per la sua figurazione neoconservatrice, lui e Mary Boone se la ridono andando in banca.

Barbara Kruger
Lei si sente un attimino politica, diventa artista, sfonda porte aperte.

Jenny Holzer
Lei si sente un attimino politica, diventa artista, sfonda porte aperte ma almeno ha un taglio di capelli decente.

Julian Schnabel
L’universo intero gira attorno a lui, diventa artista, ingrassa, fa un film.

Keith Haring
Lui fa l’artista, si ammala, continua a bazzicare i locali di Spanish Harlem: lui e quasi tutti i suoi amanti muoiono.

Jackson Pollock
Lui fa l’artista, si ubriaca, si scopa un’universitaria col pallino del giornalismo guarda caso proprio quando la moglie è in vacanza in Europa: alla fine muore.

Morris Louis
Lui inala, lui muore

Jasper Johns
Lui fa l’artista, rifiuta un’intervista, gli fanno una retrospettiva

Robert Rauschenberg
Lui fa l’artista, si ubriaca, vive di rendita.

Agnes Pelton
A lei le piacciono le ragazze, diventa una pessima artista, quando muore le ragazze vanno pazze per il suo lavoro.

Felix Gonzales-Torres
Lui ha un lavoro debole, poi muore.

Helen Frankenthaler
Lei fa l’artista, va d’accordo con Clement Greenberg, sposa Robert Motherwell, e dio sa come sopravvive a tutte queste orribili esperienze.

Robert Ryman
Lui si trasferisce nella grande città, per strategia decide di indossare solo completi di poliestere, il suo lavoro è così bello che nessuno parla mai dei suoi vestiti.

Laurie Anderson
Lei vuole fare l’artista, fa una performance, diventa una rock star.

Ed Moses
Lui fa l’artista, fuma le canne, fa l’artista, fuma le canne (ripetere all’infinito).

Chris Burden
A lui gli sparano, diventa famoso, diventa grasso.

Lari Pittman
A lui gli sparano, diventa famoso, finiscono i soliti quindici minuti bòn.

Frank Stella
Lui fa l’artista, gli fanno una retrospettiva, il suo lavoro fa schifo, gli fanno un’altra retrospettiva, il suo lavoro fa sempre più schifo, il famoso curatore dà le dimissioni.

Catherine Opie
Lei fa delle foto un po’ così tipo snapshot, fa un paio di mostre, i trustees danno via di testa, iniziano a tatuarsi e farsi il piercing.

Mike Kelly
Lui fa l’artista, ha i capelli con la coda, alla fine si capisce che è un conservatore.

Larry Gagosian
Dio scaccia Lucifero dal paradiso, Lucifero apre un negozio di poster a Los Angeles...

 

Lavori nel mondo dell’arte? Non sai se la gente ti evita per il tuo cattivo odore o per la tua pessima fama?Se vi riconoscete in questo identikit, cambiate lavoro, prima che sia troppo tardi.

Artisti
Un curatore vi telefona e dice che vorrebbe venire in studio da voi, perché ha voglia di farsi quattro risate.
Robert Hughes paragona il vostro lavoro a quello di un qualche artista del secolo scorso che nemmeno lui si ricorda più come si chiama.
Il National Endowment for the Arts ti offre un po’ di soldi per farti smettere di lavorare.
La gente dice che il tuo lavoro è tipo i primi quadri di Peter Halley.
Il conte Panza ti compra dodici quadri: le tele bianche che avevi appoggiato al calorifero, giusto prima di dipingerle.
Spedisci delle diapositive a una galleria senza nemmeno mettere il tuo indirizzo sulla busta e il giorno dopo ti tornano indietro.
I ragazzi giù al colorificio ti dicono che no, proprio non è possibile venderti quel colore lì.

Critici
Stronchi una mostra collettiva e ti arrivano un casino di bigliettini di ringraziamento.
Recensisci tutto entusiasta una mostra personale. L’artista ti fa causa.
Coagula ti rifiuta un pezzo.

Curatori
Finisci per fare solo mostre di architettura.
Gli artisti con l’ego più spropositato ti rifiutano una mostra, perché non si sentono ancora pronti per un contesto istituzionale.
Fai una mostra e la chiami Pure Beauty.
Ti fanno fare giusto la nona retrospettiva consecutiva di Frank Stella.

Collezionisti
Nessuno, ma proprio nessuno, vuole dipingere il tuo ritratto.
Il Metropolitan rifiuta le tue donazioni.
Tutti, ma proprio tutti, cercano di venderti un Eric Fischl.

 

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