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G u e r r i l l a G i r l s
HisStory / HerStory
intervista di Massimiliano Gioni

 

The Guerrilla Girls are a group of women artists and arts professionals who make posters about discrimination. Dubbing themselves the conscience of the art world, they declare themselves feminist counterparts to the mostly male tradition of anonymous do-gooders like Robin Hood, Batman, and the Lone Ranger. Few months ago the Guerrilla published their second book, The Bed Side Companion to the History of Western Art: finally Herstory of art, told as it is. Trax publishes a few abstracts from the volume.

© Guerrilla Girls

Le Guerrilla Girls sono le supereroine dell'arte contemporanea: indossano maschere da gorilla, boicottano i musei, stampano poster femministi con i quali tappezzano persino i bagni delle istituzioni artistiche americane. I loro poster e le loro incursioni sono presto diventati leggenda e oggetto di collezionismo. La loro lotta per l'emancipazione delle donne artiste e degli artisti di colore vanta centinaia di sostenitori clandestini che si riuniscono una volta all'anno senza mai togliersi la maschera. Nel 1998 le Girls hanno pubblicato il loro secondo libro, The Bed Side Companion to the History of Western Art, una riscrittura del canone occidentale della storia dell'arte che, con ironia e sfacciataggine, restituisce il posto d'onore alle donne artiste. Trax, con la complicità delle girls Fidra Kahlo e Lavinia Fontana, pubblica una serie di estratti dal volume. Girls del mondo unitevi, non avete da perdere che le vostre catene.

Permessi e divieti delle donne nella Grecia e nella Roma antiche

Pensate alle donne dell’età classica: vengono alla mente personaggi forti e orgogliosi, come Medea, Clitemnestra, Antigone, Atena, Era e Artemide. Ma date un’occhiata a come stavano davvero le cose: queste signorine sono solo frutto di invenzione, figure drammatiche e mitologiche. Secondo le leggi e le tradizioni greco-romane, la vita reale delle donne era questa:

Le donne non potevano votare, né commerciare in oggetti che valessero più di un grano d’orzo.

Ad Atene una vedova poteva ereditare la fortuna del coniuge solo se si affrettava a sposarne un parente, al quale doveva essere ceduto immediatamente il patrimonio.

A Sparta le donne potevano ereditare patrimoni fino al terzo secolo prima di Cristo, cioè fino a quando le donne possedevano i 2/5 delle terre. A un certo punto gli uomini hanno deciso di cambiare le leggi.

Un uomo poteva divorziare dalla moglie se lei lo tradiva, praticava la magia, si prostituiva, o se lui desiderava sposare un’ereditiera. Una donna poteva divorziare dal marito solo se lui uccideva qualcuno, praticava la necrofilia o commetteva crimini particolarmente gravi.

Una donna greca che partorisse dopo un divorzio era costretta per legge a consegnare il figlio all’ex marito.

Le donne greche delle classi più povere venivano vendute come concubine dagli stessi padri. Quando invecchiavano e venivano rifiutate dal padrone, diventavano schiave degli altri membri della famiglia.

A Roma le donne dei cittadini conquistarono alcuni diritti: potevano uscire di casa e partecipare a cene pubbliche, gare, spettacoli e altri eventi sociali. Alcune riuscirono persino a imparare a leggere e a scrivere.

 

Ciò che le poche donne che non erano suore potevano e non potevano fare nel Medioevo

Le donne si fidanzavano a dodici anni, a quindici erano già sposate. Se una ragazza fidanzata sposava un altro uomo, poteva essere uccisa.

Alle donne era richiesto di essere fedeli e l’adulterio era punito con la fustigazione o con la condanna al rogo. L’adulterio era permesso agli uomini, a patto che non si consumasse con la sposa di un altro.

Le donne potevano divorziare solo se il marito era pederasta o se l’avesse costretta ad avere rapporti sessuali con altri uomini. Gli uomini invece potevano divorziare se la moglie non poteva avere figli o se lui era in grado di restituire la dote.

Si credeva che l’istruzione interferisse con le qualità necessarie per essere una buona madre e una buona moglie. Quasi tutte le donne non sapevano né leggere né scrivere.

Quasi tutte le donne lavoravano nelle attività familiari, ma il frutto del loro lavoro apparteneva solo agli uomini - ai padri, ai mariti e ai fratelli.

Le donne dovevano obbedire ai mariti, che avevano il diritto di picchiarle quando disubbidivano.

 

Ciò che le donne potevano fare nel rinascimento

Potevano divorziare solo quando riuscivano a dimostrare l’impotenza del marito.

Potevano salvare la propria reputazione sposando qualsiasi uomo che le avesse violentate.

Potevano insegnare o studiare all’università, a patto di trasferirsi a Bologna.

Potevano abortire con il placet della chiesa cattolica, ma le procedure mediche erano piuttosto primitive e rischiavano di ucciderle.

Le mutande potevano essere indossate solo da donne aristocratiche, prostitute, attrici o lavafinestre.

 

Ecco com’era la vita delle donne nel XVII e XVIII secolo

Le ragazzine di dodici anni venivano spedite lontane da casa per lavorare ore e ore nelle tessiture o nel commercio della lana.

Se fossi stata una ragazza ricca o borghese e tua sorella si fosse sposata per prima, i tuoi genitori si sarebbero sputtanati il capitale per la sua dote: non ti lasciavano un bel niente e non ti saresti mai più sposata.

Una donna su dieci moriva durante il parto.

Se nascevi povera, l’unico lavoro decente, la tua ultima spiaggia, sarebbe stato diventare una balia.

Il quindici per cento della popolazione femminile adulta era composta da prostitute.

Una donna che partorisse al di fuori del matrimonio perdeva il lavoro e poteva essere arrestata.

Le accuse di stregoneria femminile erano quattro volte superiori a quelle maschili.

 

Se fossi stata una ragazza del XIX secolo...

Ti avrebbero usato per simboleggiare la democrazia - vedi Statua della Libertà - ma non avresti mai votato.

Non potevi essere il rappresentante legale di tuo figlio, né accettare un lavoro senza il permesso di tuo marito.

In Francia tuo marito avrebbe potuto ripudiarti se gli avessi attaccato la sifilide, ma tu non avresti potuto divorziare se fosse stato lui a trasmettertela.

 

Le donne oggi hanno gli stessi diritti, giusto?

E invece va male perché

Le opere delle artiste donne vendono meno e sono esposte di rado. Il prezzo non è mai alto quanto quello delle opere degli artisti uomini. Le donne insegnanti raramente ottengono posti di ruolo e i loro salari sono più bassi di quelli dei loro colleghi uomini.

I musei si ostinano a non comprare opere di donne, anche se sono un affare. Il nostro poster del 1989 - Quando razzismo e sessismo non sono più di moda... - attirava l’attenzione sul fatto che con i soldi spesi in asta per un Jasper Johns, un collezionista avrebbe potuto comprare un’opera per ciascun artista citata in questo libro.

Esiste ancora una gerarchia delle tecniche - con i colori a olio in testa alle classifiche. Le altre tecniche - come la scultura, il disegno, la fotografia, l’installazione e la performance - non sono ancora altrettanto prestigiose. Ironicamente le donne hanno avuto più successo proprio con queste tecniche.

La situazione peggiore si ha nelle gallerie e nei musei a New York e in Europa. Le nostre ricerche dimostrano che più ci si allontana da New York e dall’Europa occidentale e più migliorano le condizioni delle donne e degli artisti di colore.

Anche se l’Occidente ha perso parte della propria egemonia culturale, l’arte asiatica, africana e latino-americana non gode ancora di uno status paragonabile a quello dell’arte europea e non viene insegnata con la stessa frequenza.

 

Ed è orribile che...

Le donne di colore siano ancora alla base della piramide e debbano ancora faticare molto per esporre il proprio lavoro. Quando il loro lavoro viene esposto, spesso è solo una specie di contentino: non ci sono più di due o tre nomi nelle grandi mostre del Whitney o della Biennale di Venezia.

Alcune donne pensano ancora che Femminismo sia una parolaccia.

Le donne artiste e le intellettuali stanno ancora litigando per capire se esiste una sensibilità femminile o se si tratta di un costrutto culturale. Consiglio delle Guerrilla Girls: accettate di non essere d’accordo, trovate un terreno comune e passate alle cose davvero importanti.

 

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