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(in)finito


Apologo
"Se il tempo è infinito e lo spazio è finito", disse Zarathustra guardando il cielo stellato sopra di sé, "ci sarà un giorno in cui ciascuno degli astri che brilla nel cielo ritroverà esattamente la posizione che sta occupando in questo istante".
"Ecco", disse il Primo Artista, "vorrei che la mia opera fosse talmente ampia, talmente gigantesca, talmente smisurata da abbracciare il respiro dell'eterno ritorno".
"Ma non è possibile!", ribattè l'Ultimo Artista. "Nella nostra esistenza, così breve, così limitata, non può esserci dato così tanto. Nella mia opera io spero invece di cogliere, almeno una volta, l'istante, quel brevissimo lampo in cui l'eterno ritorna. Il punto di tangenza tra il mio finito e quell'infinito. E per farlo, la più corta, la più minuscola, la più infinitesima delle mie opere è già troppo lunga".

Problema
Ora provate a ripensare la possibilità di questo stesso apologo nei seguenti casi:
a. tempo infinito, spazio infinito;
b. tempo finito, spazio finito;
c. tempo finito, spazio infinito.

copyright Oliviero Ponte di Pino, 1994, 2000
Pubblicato originariamente su "suq", supplemento del "manifesto", nel 1994.


 
 
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