ateatro 109.76
inequilibrio a Castiglioncello
l'edizione 2007 dal 30 giugno al 15 luglio
di Ufficio stampa
 



X edizione dal 30 giugno al 15 luglio .07
Festival di Teatro e Danza Contemporanei a Castiglioncello

Inequilibrio.07
, il festival di Armunia, compie dieci anni e propone dal 30 giugno al 15 luglio, un calendario ricco di spettacoli, di nuove creazioni e di studi di compagnie italiane e internazionali, con una particolare attenzione ai giovani artisti che s’interrogano sui problemi del mondo contemporaneo.
Il castello pasquini si conferma luogo della creazione, dove d’inverno è possibile ideare e provare in un clima di tranquillità e di condivisione, per trasformarsi in estate in luogo di festa, dove si può ammirare il frutto del lavoro della stagione invernale.
Inequilibrio.07 diventa luogo di ascolto e di stimolo del nuovo, luogo dove si confrontano visioni, intuizioni, si sperimentano incroci tra i linguaggi e si afferma comunque una prassi di interrogazione. Le nuove frontiere della ricerca espressiva incontrano nuovi drammaturghi e testi classici. Si parla dell’oggi attraverso il mito e la tragedia e per far questo si piega i classici a riscritture e adattamenti, oppure si scrive direttamente sui conflitti e sulle ferite del tempo presente, spaziando tra Harold Pinter,Martin Crimp,Tim Crouch,William Shakespeare,Sofocle e Rostand, per citarne solo alcuni tra i molti.
S’incrocia Rodrigo Garcia e Antonio Moresco, Peter Weiss e Artaud, Mazzinga e Totò per un teatro che “si sporca le mani” con la realtà quotidiana. In una sorta di avant-spettacolo postmodermo sfila una generazione cresciuta tra robot d’acciaio, ignara di vivere anni di piombo, una generazione immersa nella violenza, nella malattia, nella solitudine, nel consumismo sfrenato di tutto e di tutti, nella notte. Una generazione che però ha voglia di sperare e per esorcizzare tutto questo lo rappresenta anche con ironia, con sarcasmo e con leggerezza.
Le stanze del Castello Pasquini, affacciato sul mare, la tensotruttura, il parco e l’anfiteatro all’aperto, ospiteranno ogni giorno spettacoli a partire dalle 19,00, il pozzo nel parco del castello sarà il punto d’incontro con artisti. Le performance di Danza invece saranno tutte al Centro L’Ordigno di Vada, a pochi Km da Castiglioncello e il teatro Solvay di Rosignano Solvay ospiterà il nuovo lavoro dell’artista bulgara Snejanka Michaylova con l’attrice e regista Silvia Pasello. I diversi spazi saranno collegati da navette messe a disposizione degli spettatori da Armunia. Tra gli artisti che saranno presenti: Accademia degli Artefatti,Alix Einaudi,Paola Bianchi,Anne Mac Rae,Antonio Tagliarini,Ambra Senatore,Andrea Cosentino,Battello Ebbro di Sandro Mabellini,Cantieri teatrali Koreja,CaravanKermesse,Casarsa Teatro e Pleiadi di Lupinelli e Bandoli,Compagnia Katzenmacher di Alfonso Santagata,Compagnia Malebolge,Daniele Timpano,Fortebraccio Teatro di Roberto Latini,Gaetano Ventriglia,Guascone Teatro,Giovanna Velardi,Gog ma Gog,Giovanni Battaglia,Habilè d’eau,Juha Marsalo,Kinkaleri,Laboratorio Nove con uno spettacolo di Luca Camilletti, Massimo Schuster, Maurizio Lupinelli,Mo-wan Teatro,Narramondo,Oscar De Summa,Piccoli Principi Teatro,Roberto Abbiati, Roberto Rustioni, Sacchi di Sabbia, Sutta Scupa, Snejanka Mihaylova e Silvia Pasello, Teatro Minimo, TraversiDanza, Teatro Sotterraneo,Teatro Dionisi compagnia,Teatri della Resistenza,Teatro Kismet Opera.

Durante il Festival il parco del castello sarà animato da un mercatino di artigianato di qualità e di prodotti tipici locali, con bancarelle e spazi dove bere e mangiare che resteranno aperti fino a tarda notte.

Dal 30 giugno al 15 luglio 2007, si terrà il laboratorio di fotografia di scena curato dalla fotografa Lucia Baldini.
Specializzata nell’ambito dello spettacolo, Lucia Baldini collabora con Carla Fracci da oltre 11 anni, lavora con compagnie di danza e teatro e con gruppi musicali; si è confrontata con il cinema seguendo il lavoro di Carlo Mazzacurati. Ha realizzato pubblicazioni fotografiche e mostre sul tango argentino, su Carla Fracci e su diversi eventi e spettacoli teatrali. (www.luciabaldini.it).
Il laboratorio si articola in:
Una prima parte teorica in cui si affronteranno tematiche legate alla tecnica fotografica specifica della fotografia di scena e parallelamente tematiche che affrontano l’approccio espressivo alla rappresentazione scenica, nello specifico dell’immagine per il teatro.
Una seconda parte pratica permetterà agli iscritti di fotografare gli oltre 40 spettacoli di teatro e danza, di lavorare sulla documentazione di tutti gli eventi legati al Festival, vivendolo dall’interno.
Il laboratorio prevede l’utilizzo e lo studio sia di strumenti analogici, sia digitali con produzione di immagini nei due supporti. Per questo saranno allestite una camera oscura per la stampa in bianco e nero e una postazione digitale per l’elaborazione delle immagini e la stampa digitale.
Ogni giorno il gruppo di lavoro selezionerà delle immagini, realizzate il giorno prima, che saranno proiettate sulla tenso struttura del Parco del Castello Pasquini, uno degli spazi di maggior visibilità all’interno del Festival. In seguito una seconda selezione di immagini andrà a creare una mostra fotografica collettiva dei partecipanti al laboratorio, all’interno degli spazi espositivi del Castello Pasquini. La mostra verrà inaugurata il 15 luglio, giorno di chiusura del Festival Inequilibrio.07 e rimarrà aperta al pubblico per il periodo estivo.
INFORMAZIONI PRATICHE
Il laboratorio è a numero chiuso e prevede fino a un massimo di 18 partecipanti. Il costo del laboratorio è di € 600,00 a persona per 16 giorni di lavoro.
L’iscrizione andrà effettuata entro e non oltre il 15 giugno 2007. Per informazioni e iscrizioni al laboratorio contattare Angela Fumarola - Armunia angela@armunia.it tel. 0586 754202 o Elena Tedde - Matrioske organizzazione@matrioske.com tel. 0586 753707.


sab 30 giugno ore 21 e dom 1 luglio ore 19 castello pasquini castiglioncello
Compagnia CasArsA Teatro e Pleiadi
MARAT
da Peter Weiss
a cura di Renato Bandoli
regia Maurizio Lupinelli
aiuto regia Silvia Loddo
PRIMA NAZIONALE
con Michele Bandini, Simone Bernardini, Alessandro Bertocchini, Simone Bianchi, Maria Laura Brutti Liberati, Andreina Canalini, Roberto Capaldi, Emanuela Cattaneo, Daniele Ceretti, Gisa Chiaramonte, Martina Ciani, Angela Compagnoni, Mirco Fabbri, Roberta Ferrari, Elsa Francesconi, Davide Genova, Ilaria Giari, Luca Gola, Christian Guidotti, Marco Lombardi, Leonardo Lancia, Rosanna Lambardi, Mirca Lorenzani, Maurizio Lupinelli, Pierfilippo Macchiavelli, Gianluca Mannari, Francesco Mastrocinque, Federica Monti, Gianni Nardi, Emiliano Pergolari, Luana Perroni, Elisa Pol, Mariapia Pruneti, Federica Rinaldi, Roberta Rosini, Enrica Santini, Valentina Scalpellini, Linda Siano, Diana Spadoni, Adriana Stefanini, Federico Sorba, Cesare Tedesco, Elena Tomaino, Vincenzo Viola.
Educatori: Lucia Tei, Silvia Proserpio, Patrizia Franchi, Franca Giglio, Nathalie Pizzo

“Se proviamo a ribaltare i termini e vediamo l’handicap, o la malattia, come lato notturno dell’essere non ne cogliamo solo gli aspetti che rimandano alla sofferenza, ma anche tutta la sua carica onirica di rivolgimento, di utopia.” Renato Bandoli

Marat vede in scena attori disabili e non, studenti delle scuole superiori e allievi di Maurizio Lupinelli alla “non scuola” di Ravenna e del progetto Arrevuoto di Scampia (NA).
Maurizio Lupinelli : attore, regista e insegnante con la Compagnia Le Albe, in particolare ha condotto la Non scuola di Ravenna e il progetto Arrevuoto con i ragazzi del quartiere Scampia di Napoli. “Spesso si sente affermare che “il teatro è un’occasione” per gli handicappati. Forse è vero il contrario. Sono le persone disabili a poter essere un’opportunità per il teatro. Nella ricerca di un possibile sguardo tra vita e teatro siamo approdati –spiega Bandoli- ad un opera così radicale e ambivalente come il ‘Marat/Sade’ di Peter Weiss. Nel confronto tra il Signor De Sade e l’Amico del Popolo Marat, Weiss mette in gioco il conflitto tra l’individualismo portato alle estreme conseguenze e l’idea del cambiamento politico e sociale. Cambiamento che può rivelarsi tanto più radicale se commisurato alla grandezza delle vicende umane di persone concrete, con nomi, storie, vite, volti e difficoltà che ognuno conosce…come gli «attori» della Compagnia. Il progetto-conclude- ruota intorno alla produzione di un evento teatrale del tutto speciale che mette in scena oltre 40 persone nella libertà, che il teatro offre, di creare un’altra dimensione dell’umano, in cui trovare un proprio gesto, un proprio luogo d’espressione. Poter dire l’indicibile, affermare l’inaudito, guardare l’invisibile…respirando...Sì, respirando.”
Marat è il primo lavoro sul palcoscenico frutto dei laboratori che vede riuniti i vari gruppi di lavoro: CasArsA Teatro e il gruppo teatrale delle Pleiadi, e quello costituito in occasione dei laboratori e composto da disabili, studenti delle scuole superiori della provincia di Livorno e della non scuola di Ravenna, altre persone delle associazioni coinvolte, lo stesso Maurizio Lupinelli, due attori della compagnia Zoe Teatro, Michele Bandini e Emiliano Pergolari e Elisa Pol.

Sab 30 giugno ore 19 castello pasquini castiglioncello
Gogmagog
QUELLA VOLTA TEATRO II
Due atti unici di Samuel Beckett
Con : Carlo Salvador, Guido Rinaldi, Tommaso Taddei
Voce: Bobo Rondelli
Regia: Tommaso Taddei

“… il giovane gruppo di ricerca toscano GOGMAGOG rende omaggio a Beckett mettendo in scena due pezzi brevi e tra i meno frequentati del maestro, Quella volta e Teatro II. Se il secondo è una gag livida dove due personaggi misteriosi, forse ispettori dell’aldilà, giudicano da polverosi incartamenti se il terzo abbia diritto o meno di buttarsi dalla finestra (…) Il primo è un fulminante esempio di quei rapidi “dramaticule” che Beckett prese a scrivere in maturità ( la definizione è sua e sta a esprimere il ridicolo che c’è in ogni tragedia), Quella volta, vede in scena un attore muto, o meglio il suo viso dipinto di bianco, sospeso nel buio totale. A occhi chiusi, il volto ascolta la voce della sua memoria (qui quella registrata del cantante Bobo Rondelli) che lo colpisce da tre direzioni diverse, restituendo frammenti incongrui di una vita perduta. Quindici minuti rigorosi e struggenti, un’esperienza teatrale estrema difficile da dimenticare”. Simona Spaventa.

Sab 30 giugno ore 22 e dom 1 luglio ore 21 castello pasquini castiglioncello
ANTO' LE MOMO’
avanspettacolo della crudeltà
Anteprima
di e con Andrea Cosentino
regia Andrea Virgilio Franceschi
consulenza drammaturgica Valentina Giacchetti
collaborazione artistica Lucia Calamaro, Antonio Silvagni
maschere Andrea Cosentino

Antò le momò. L’avanspettacolo è stato la nostra ultima grande stagione teatrale. La libertà e la frammentarietà e i colori vogliono essere un omaggio a un’arte al contempo ingenua e sapiente, popolare nelle ambizioni e sofisticata negli strumenti. Intrattenimento senza complessi di colpa, monumento al presente come punto di fuga gioioso dalla mancanza di prospettive, evasione che per compiersi deve mappare la prigione e scoprirne i punti deboli.
Antò le momò vuole essere avanspettacolo anche in senso letterale, qualcosa che viene prima dello spettacolo vero e proprio. Esposizione dell’incompiuto, processo creativo esibito un attimo prima che diventi forma. Qui tutto accade nell’attimo in cui accade, e può anche non accadere. Qui voglio concedermi il piacere del rischio e dell’improvvisazione, che per me rimane il cuore pulsante del teatro.

sabato 30 giugno ore 20 teatro l’ordigno vada
Ambra Senatore
DOMESTIQUE
Prima Nazionale

danza
di e con Ambra Senatore
Musiche di Brian Bellott, Domenico Modugno
Luci di Alessia Massai

L’ambiente domestico come luogo chiuso: insieme protetto e isolato. Spazio di vita quotidiana, di ripetizione di gesti e anche di intimità e abbandono al gioco.
Una donna lo abita.
Domestique è il secondo quadro di un dittico -primo quadro è EDA-solo del 2004 - che esplora con il corpo l’intimità della solitudine e il desiderio, spesso maldestro, di incontrare l’altro.
Ambra Senatore, nata a Torino, lavora nell’ambito del teatro di danza in Italia e in Francia dal 1997.
Sue creazioni solistiche sono Domestique, 2006-2007, Informazioni utili 2006 -produzione di Interplay-TorinoDanza con il sostegno della casa editrice Einaudi, testi originali di Andrea Bajani-, Merce 2005, EDA-solo 2004; alcune performance.
Collabora tra gli altri con Giorgio Rossi, Jean Claude Gallotta, Georges Lavaudant, Marco Baliani, Michela Lucenti, Roberto Castello.Insegna storia della danza presso l’Università Statale di Milano. Conduce laboratori pratici e teorici.

sabato 30 giugno ore 19 e domenica 1 luglio ore 21 teatro l’ordigno vada
Compagnie Juha Marsalo (Finlandia)
PROLOGUE D’UNE SCENE D’AMOUR
danza
Prima Nazionale

chorégraphie Juha Marsalo
interpréti Sara Orselli, Simon Bellouard, Juha Marsalo
musiche Dan Levy
luci Frédéric Moreau
costumi Olivier Mulin

Prologue d’une scène d’amour, del Centre Choréographique National, mette in scena corpi ammutoliti dal desiderio passionale. In quelli stati dove le emozioni svaniscono e animano l’essere con sincerità.
Il punto di partenza di questo lavoro è una volontà di psicanalisi che nasce improvvisamente e costituisce la via d’accesso all’immaginario, per parlare di quello che ci anima. La scittura tende verso l’emozione in modo diretto con la forza psichica del corpo. Presenta degli esseri che non simulano e mette in luce la potenza dei corpi. Si tratta di corpi completamente disponibili, pronti a rischiare, all’altezza dei sentimenti che li abitano. E’ una questione di desiderio, di incontro brutale diretto e frontale.
La potenza dei corpi nasce dall’esplosione delle emozioni. Come appropriarsi dell’altro quando l’amore ci attraversa? Che fare di questo pieno di emozioni che ci sommerge? E’ così nell’incontro che l’emozione è resa visibile dal corpo. Questo confronto installa un ritmo comune nei tre danzatori. I tre individui si cercano, tentano di entrare in contatto. Vogliono appropriarsi del corpo dell’altro come del proprio spazio. Una specie di seduzione si mette in scena, per la dominazione dei corpi che ci rinforza ma che ci sfugge eternamente. Coreografo e danzatore finlandese, Juha Marsalo della sua esperienza in seno alle compagnie di Carolyn Carlson e di Wim Vandekeybus, definisce il suo stile originale, improntato sulla fluidità dell’uno e sul totale coinvolgimento corporale dell’altro.

Dom 1 ore 22,30 e Lun 2 luglio ore 23 castello pasquini castiglioncello
Roberto Abbiati
RICCARDO L’INFERMO
Il mio regno per un pappagallo

molto liberamente ispirato al “Riccardo III” di William Shakespeare drammaturgia Roberto Abbiati e Francesco Niccolini
Collaborazione tecnica Alessandro Calabrese e Luca Salata si ringrazia per la produzione Armunia

Sognano i clown? ed hanno mai incubi?
E che incubi può avere un clown?
Un delirio? forse, ma siamo nel mondo dei clown, dove tutto è concesso. Così, Roberto Abbiati, clown milanese, reinterpreta le gesta del più sanguinario degli eroi shakespeariani, Riccardo di Gloucester, saltando da Londra alla Brianza, dall’inglese al dialetto delle campagne lombarde, “Il mio regno per una pappagallo” mischia brandelli shakesperiani alla storia quotidiana e ospedaliera di un attore/clown, con le sue paure e i suoi incontri, quelli veri, con le persone, con la malattia, con chi ieri c’era e stamani al risveglio non c’è più. Un lungo sogno, un po’ buffo ed un po’ malinconico. “E’ impossibile costruire un discorso sensato intorno a questo Riccardo III, forse non si riesce neanche a capire la trama, forse non si comprendono neanche le parole, e anche il corpo spesso si rifiuta di raccontare si accartoccia, da queste storture salta fuori il personaggio più vero quello con l’esigenza di raccontare, di vivere, di non morire. E’ disastroso e sozzo di sangue, eppure gioca come un bambino. O forse i bambini giocano come lui.

lun 2 ore 22,30
Associazione Sutta Scupa castello pasquini castiglioncello
SUTTA SCUPA
elaborazione drammaturgica Giuseppe Massa
regia Giuseppe Massa, Giuseppe Provinzano, Fabrizio Ferracane
con Giuseppe Massa e Giuseppe Provinzano
voce Elena Amato

“Sutta scupa: sotto pressione, dover forzatamente scegliere, essere a un bivio. Investigare il mondo del lavoro contemporaneo, come si è modificato, e soprattutto quali cambiamenti culturali, politici, sociali hanno imposto di riflesso alla nostra società tali modifiche; analizzare gli effetti che la precarietà, (o flessibilità che dir si voglia), ha prodotto sull’essere umano. Il teatro non può non farsi carico di questa esigenza, di questo bisogno d’analisi, di questa urgenza. Ecco il punto di partenza da cui abbiamo intrapreso il nostro viaggio dentro la precarietà, dal punto di vista del soggetto politico che in primis ne vive sulla sua carne gli effetti che essa produce: il sottoproletariato urbano. Le modalità con cui quest’ultimo si relaziona ad essa, l’incontro-scontro generato da questo connubio, è ciò che ci interessa sviscerare. Un connubio che ha il sapore del grottesco, dell’ “assurdo”, se si prende atto che nel “nostro” Sud precarietà per lo più significa assenza di lavoro, e che per la stragrande maggioranza della gente è solo uno strambo e moderno modo con cui chiamare la disoccupazione, una sorta di sfaccettatura di questa condizione di “non potere”. Disoccupazione: problema “arcaico”, (diremmo quasi, non senza ironia, ancestrale), di cui si aspetta, per l’appunto da tempo immemore, la soluzione”.
(Sutta Scupa)
L’associazione Sutta Scupa nasce dall’incontro di Giuseppe Massa (1978) e Giuseppe Provinzano (1982). Giuseppe Massa lavora come attore dal 1997, prima con il regista palermitano Claudio Collovà e quindi con Antonio Latella (Querelle, 2002 e Bestia da stile, 2004), e con Matteo Bavera (La gatta di pezza di Franco Scaldati, 2006). Giuseppe Provinzano si diploma alla scuola di recitazione del Teatro Biondo Stabile di Palermo nel 2003 e partecipa successivamente a laboratori tenuti da Antonio Latella, Yuri Kordonskij, Marco Baliani e Emma Dante. Come attore ha lavorato nel Candelaio di Luca Ronconi (2001), nel Fiore del dolore di Pietro Carriglio e in Questa sera si recita a soggetto di Massimo Castri (2003).


lun 2 luglio ore 21 castello pasquini castiglioncello
Kinkaleri
THE HUNGRY MARCH SHOW // BETWEEN A CARROT AND I
danza
Progetto e produzione Kinkaleri
Con Matteo Bambi, Marco Mazzoni

Nella tradizione di esso (1999), Due anzi una macchina (2002), SERIEb (2003-04), The hungry march show continua il percorso di ricerca attraverso l’improvvisazione; il progetto si sviluppa nell’elaborazione linguistica sempre in divenire, determinato dalla scelta di sottotitoli ogni volta diversi che fungono da traccia narrativa.
Il tentativo è quello di riappropriarsi del senso del fare trasformandolo in elaborazione immaginifica per esaltarne il furore e la propria potenza evocativa. Ancora un percorso a due dove le soggettività dei singoli entrano prepotentemente nella rappresentazione e dove l’esperienza diviene soggetto della rappresentazione stessa, un luogo dove le storie vengono narrate; narrazione come cronaca, descrizione, relazione, esposizione, resoconto, romanzo. “Lo spettacolo non ha bisogno di contesti chiari o storiografici, mi infurio quando cercano di spiegarmi il contrario, nessuno lo sa e non è certo male non saperlo, è una delle poche cose intrise di mistero dove meno riconosci e più percepisci.”

mart 3 luglio ore 21 castello pasquini castiglioncello
Compagnia Malebolge
TUMORE , UNO SPETTACOLO DESOLATO
Prima Nazionale
Scritto e diretto da Lucia Calamaro
Con: Monica Mariotti e Benedetta Cesqui
Co-procuzione del Rialto Sant’Ambrogio, Roma

A Virginie Larre, storica dell’arte, brillante, bevitrice, imbranata e molto comica amica mia, questo requiem.
Se la malattia non fosse intervenuta, nella stagione 2006-2007 Virginie sarebbe stata a Roma come borsista a Villa Medici.
Ma é successo.
Allora a Roma, ci sarà di lei solo questo mio ricordo.
E mi piace credere che mentre qualcuno lo vede, mentre sarà in scena, l’ombra in cui lei adesso si muove, sarà forse un po’ meno fitta, sfiorata dall’eco di questo fare.

merc 4 luglio ore 21 teatro l’ordigno vada
Giovanna Velardi
PUPIDDA OU L'EXIL
danza
Coreografia e interpretazione Giovanna Velardi
Regia di Nicolas Slawny

Linguaggio coreografico e teatralità, Pupidda traccia il percorso iniziatico di una donna in esilio.
Una giovane ragazza dopo un tragico episodio familiare parte dalla sua isola e scopre il mondo . Guarda al s passato e alla cultura che la richiamano.
Una identità fatta di gioia e violenza. Pupidda evoca la bambola di zucchero che si offre in sicilia durante la festa dei morti.
Pupidda ugualmente richiama la festa sacra di Priapo dove si celebrava la fecondità; Processioni di streghe che scacciano gli spiriti maligni muniti di un bastone di legno, il «Fallo». Mangiare la bambola di zucchero , rito cannibalesco, permette di trovare una nuova energia. Tutta la potenza dell'infanzia nella sua fase orale e fallica , fase della scoperta del mondo attraverso il corpo; stimolazione dei sensi, piacere degli organi, bocca, sesso. Nutrito da queste evocazioni Pupidda trova questa energia di vita del corpo e dello spirito, questa pulsione vitale.

merc 4 e giov 5 luglio ore 23 castello pasquini castiglioncello
Compagnia Katzenmacher
TREMENDO/MERAVIGLIOSO
ideazione e regia di Alfonso Santagata
Studio

La resa della realtà attraverso la scrittura di scena di un linguaggio che esprime l’energia del corpo e il suo pensiero è negli ultimi tempi applicata ad una sorta di ‘saga del male’, tutta giocata tra le pieghe di un contemporaneo, spettacolarizzato, a tratti grottesco, senza più limitazioni morali, in una serie di intrecci in cui sono contemporaneamente presenti paradosso, cinismo, dramma e ironia; dove il male si presenta in forme sempre più subdole: ridicoli mostri drogati dal sogno del denaro, che vendono tutto il possibile e l’impossibile dall’aria a cimiteri sottomarini, sogni che precipitano nell’incubo; prigionieri illusi, gaudenti che hanno seppellito la passione e l’amore, schiavi dell’apparire. Un male senza più forma, irriconoscibile e perduto, che allibisce, senza scandalizzare.
A partire da autori quali Montesano, De Silva, Balestrini, Ferrandini, De Luca ed altri il mio nuovo progetto è di rendere in scrittura scenica questo agitato panorama di sensi e relazioni, non in chiave di commedia umana ma nel tentativo di scoprire il brulicante formicaio di questa sorta di avanspettacolo post-moderno; come opera buffa e dramma messi insieme. Alfonso Santagata
Da questa idea Alfonso Santagata modellerà lo spettacolo che debutterà a Castiglioncello con la compagnia e con i partecipanti al laboratorio da lui tenuto a Armunia.




merc 4 giov 5 luglio ore 21 castello pasquini castiglioncello
ECCE ROBOT
Prima Nazionale
cronaca di un’invasione
di e con Daniele Timpano
ispirato liberamente all’opera di Go Nagai
musiche originali di Michela Gentili e Natale Romolo
eseguite da Michela Gentili, Francesca La Scala e Valentina Cannizzaro
ispirate liberamente all’originale colonna sonora di Michiaki Watanabe

Un attore ricostruisce la trama di un vecchio cartone animato giapponese. Ispirato liberamente all’opera di Go Nagai (Goldrake, Jeeg Robot, Space Robot, Jet Robot, Il Grande Mazinga, Mazinga Z etcetera) lo spettacolo ripercorre per frammenti l’immaginario eroico di una generazione cresciuta davanti alla TV nell'Italia delle stragi, del rapimento di Aldo Moro, delle Brigate Rosse, dell'ascesa di Silvio Berlusconi e delle sue televisioni. Una partitura costruita a partire da ritmi, motivi e singole note delle colonne sonore originali (di Michiaki Watanabe) accompagna musicalmente la parola ed il gesto dell’attore.
Tra resoconto delle trame dei singoli episodi dei cartoni giapponesi (con particolare attenzione per la sceneggiatura di Mazinga Z) e ricostruzione storica di un’invasione (quella dei serial nipponici nei palinsesti pubblici e privati, ma anche quella della televisione dentro le nostre teste), lo spettacolo è il divertito ed autocritico racconto di una generazione che, ignara di vivere negli anni di piombo, cresceva tra robot d’acciaio.

merc 4 ore 21 e giov 5 luglio ore 19 castello pasquini castiglioncello
Cantieri Teatrali Koreja
IL CALAPRANZI
A chi toccherà stasera?
di Harold Pinter traduzione di Alessandra Serra regia di Salvatore Tramacere con Angela De Gaetano, Maria Rosaria Ponzetta, Fabrizio Pugliese, Fabrizio Saccomanno scene, luci e suono di Lucio Diana e Salvatore Tramacere realizzazione scene di Mario Daniele
"The dumb waiter" , ovvero "Il Calapranzi", scritto da A. Pinter nel 1957, fa parte della prima stagione drammaturgica dell'autore, dove quasi tutte le opere sono metafora di un solo meccanismo, quello della violenza: violenza sotterranea, quasi impalpabile, ma che manifesta con scatti improvvisi tutta la sua furia oppressiva. Attraverso l'utilizzo di linguaggi periferici e invenzioni sceniche, ci si misura con un testo che ben si adatta alla nostra contemporaneità inquieta, spiata, telecomandata a tal punto da insidiare e minacciare l'individuo stesso. Nella messa in scena il pubblico viene chiamato ad una partecipazione voyeristica, complice un meccanismo spaziale che guida e manipola la visione dello spettatore. Attraverso soluzioni tecnologiche e punti prospettici particolari, la percezione sia sonora che visiva dello spettatore lo porta a divenire complice pienamente partecipe del dramma, protagonista involontario di ciò che è chiamato a guardare: coinvolto e forse colpevole.

merc 4 - lun 9 luglio ore 22 al pozzo- castello pasquini
Théâtre de L’Arc-en-Terre (Francia)
STORIA DEI PALADINI DI FRANCIA
lettura ad episodi
Prima Nazionale
Autore anonimo, regia e interpretazione Massimo Schuster
Anni fa, in tournée a Palermo, andai a trovare il mio amico Mimmo Cuticchio in quel suo laboratorio di via Bara che è una specie di caverna di Alì Babà zeppa di paladini, donzelle, grifoni, giganti e infedeli vari. Mimmo già ben conosceva il mio amore per il teatro dei pupi e per il cuntu, che di quel teatro fu il genitore. La sera cenai a casa sua. Dopo cena, mentre bevevamo uno di quei buoni caffé che si bevono in Sicilia gustandoci un cannolo, Mimmo mi regalò un libro, intitolato Storia dei paladini di Francia, che aveva sì una bella copertina blu carta da zucchero con in mezzo l’immagine di un paladino che uccide un drago, ma non portava nome d’autore né anno di stampa. La sera stessa, nella mia camera d’albergo, mi misi a leggere ed è solo dopo varie ore, crollando ormai dal sonno come le mura di Trebisonda erano crollate sotto gli attacchi di Orlando, Rinaldo e compagni, che mi diedi per vinto. È che quel testo era una meraviglia. Un capolavoro. Una leccornia. Una chicca. Una bigné con la crema. Da allora io quel libro me lo sono letto e riletto più volte. E poi un giorno mi sono detto che tutto quell’amore che sentivo per quelle frasi strampalate e per quelle sfilze di nomi astrusi volevo spartirlo con altri, con un pubblico. È quel giorno che è nato questo spettacolo.

ven 6 ore 23 e sab 7 luglio ore 19,30 castello pasquini castiglioncello
RICCARDO III
o del Potere
di e con Oscar de Summa
II potere logora chi non ce l’ha. Giulio Andreotti
Prima Nazionale

Riccardo non è niente in sé, e proprio per questo può diventare tutto.
Si adatta alle forme, cambia aspetto e modi, per essere esattamente ciò che serve, ciò che è necessario per conquistare e mantenere il potere. Per il Re il potere è una cosa che si può prendere in mano e mettere sulla testa.
“Intarsiata dai maestri orafi d’Inghilterra, con le pietre più preziose mai conosciute…”, la corona è un oggetto di passione. Ed essa lo attrae, lo ammalia, lo fa procedere come colui che non vede e non vuole altro. Riccardo III è schiavo della Cosa e da schiavo innesca l’inquietante meccanismo della storia, convinto di poterlo governare fino alla fine. Ma c’è qualcosa che blocca gli ingranaggi del meccanico movimento che fa avanzare il Re, perché questo povero buffone risoluto a divenir scellerato, non ha fatto i conti con le parole oracolari della sua coscienza, che si rivela in sogno a predirgli la fine. Pur essendo sicuro di averla estirpata, essa, come una fenice, risorge sempre di nuovo per ricordargli la sua miserabile condizione, il suo buio esistenziale.

ven 6 luglio ore 19 castello pasquini castiglioncello
Malasemenza
I CAN’T GET NO SATISFACTION
da Ricordi dal sottosuolo di Fedor M. Dostoevskij
con Claudio Alfaroli, Francesco Cortoni, Silvia Garbuggino, Marco Sanna, Francesca Ventriglia.
regia di Gaetano Ventriglia

Se il mondo mi ripugna, con le sue leggi, comprese quelle oggettive, quelle cosmiche; se gli uomini mi fanno schifo, con le loro idee utilitaristiche e la ricerca di un benessere squallido, io mi rifugio quaggiù nel mio cantuccio.
Questo dice l’ ”eroe” di questi ricordi. Forse ancora non sa di essere un comico.
Nel sottosuolo posso riaffermare la mia libertà, l’indipendenza del mio volere, la mia irriducibilità al “due più due quattro”.Piccol
Ma lui sa benissimo, e noi lo vediamo con lui, che il sottosuolo è il luogo del risentimento, dell’inerzia, della malattia che si nutre compiaciuta di se stessa. Una trappola tutta mentale. Ho un’intelligenza superiore, un’anima che sa capire la bellezza, faccio schifo, sono meno di un insetto etc etc : ora sa di essere un comico, anche se di cattivo gusto. A tutti i personaggi di Dostoevskij è data un’altra possibilità, la possibilità di una crisi (che è l’opposto dell’autocommiserazione) e di un passaggio, ma bisogna accettare l’intera esperienza umana, l’enorme fardello dell’amore. Alcuni di loro ce la fanno, altri no. Qui l’altra possibilità è Liza, una prostituta sperduta arrivata a Pietroburgo da una sperduta cittadina dell’immensa provincia. Lei capisce tutto, sa amare, porta la crisi, porta la spada. Il nostro “eroe” la umilia e resta nel sottosuolo, invischiato da se stesso e dal misterioso servo Apollon, con la sua potenza oscura e indecifrabile.
L’ “eroe” dei ricordi non ce la fa; ma Dostoevskij ha già un’altra storia dentro di sè, che di lì a poco racconterà a tutti : la storia di Raskolnikov e di una prostituta, Sonja. “Voi certo, signori, pensate che io voglia farvi ridere? Vi sbagliate anche in questo. Io non sono affatto l’uomo allegro che vi sembro, o che forse vi sembro”.

ven 6 ore 19 e sab 7 luglio ore 21 teatro l’ordigno vada
Alix Einaudy (Francia)
SUPER NATURAL
(working title)
Prima Nazionale
danza

Il punto di partenza di questo progetto, una performance dalla coreografia sperimentale, è la mia fascinazione per il magico del teatro e per gli effetti speciali, usato nelle performance in genere. In termini più specifici, la cosa che mi interessa è il momento in cui lo spettatore inizia a credere nella visione dello spettacolo, il momento in cui si arrende a una serie di sensazioni che lo avvolgono.

ven 6 ore 21 e sab 7 luglio ore 23 castello pasquini castiglioncello
Teatro Minimo
CIRANO DE BERGERAC
Anteprima
Scritto e diretto da Michele Santeramo
Musiche di Giorgio Vendola
Con Michele Santeramo e Giorgio Vendola

Cirano è innamorato di sua cugina Rossana. Ma lei è innamorata di un bel giovane, Cristiano, che la ricambia. Cirano è brutto e lo sa perché ha un naso troppo lungo sul quale gli uccelli potrebbero farci il nido. Cristiano è bello ma non sa parlare. Rossana non ci ha mai parlato. Rossana ama sentir ben parlare.
Cirano sa parlare, gran rimatore e gran spadaccino. Cirano e Cristiano mettono insieme un corpo bello e un’anima bella, e fanno un’altra persona. E come si innamora Rossana di questa persona che non esiste!
Nello spettacolo, a parti di pura narrazione, riscritte dal punto di vista di Cirano, si alternano passi dell’opera di Rostand. Il gioco del racconto in musica è continuamente costruito su domande e risposte, con delle parti pre-registrate che, richiamate nel live attraverso l’uso di una loop, contribuiscono a dare continuamente ritmo al racconto.
In scena poche luci, musiche, Cirano, e tutta la leggerezza di questa storia.

sab 7 ore 18,30 e dom 8 luglio ore 21,30 castello pasquini castiglioncello
Compagnia Teatrale Piccoli Principi
LA FAVOLA DI AMORE E PSICHE
Drammaturgia e regia Alessandro Libertini
Testo Paola Zannoner
Scenografia Rodolphe Montet
Ideazione luci Claudio Coloberti
Ideazione suono Véronique Nah
Interpreti Elisa Consagra e Véronique Nah

Come il mito a cui si ispira, anche lo spettacolo narra di un percorso iniziatico che porta dall’in-consapevolezza alla visione piena, una grande allegoria del diritto alla conoscenza. La favola di Amore e Psiche, una delle più complesse e misteriose storie d’amore della mitologia greca, è raccontata nello spettacolo con dolcezza ed ironia da due attrici. Grazie all’eleganza delle immagini, alle sottilità del testo ed alla suggestività della musica, lo spettatore è immerso nell’intrigo.

sab 7 ore 21 e dom 8 luglio ore 19 castello pasquini castiglioncello
Il battello ebbro
IL GABBIANO
di Anton Cechov
Versione Martin Crimp
Anteprima
Traduzione Leslie Csuth
Direzione Sandro Mabellini
Preparazione Juan Diego Puerta Lopez
Interpretazione Alberto Caramel | Elena D’Anna | Elisabetta Ferrari | Roberta Rovelli | Francesco Scianna | Paolo Sommaria

Il Gabbiano Cechov / Crimp proposto dall'Associazione Culturale Il Battello Ebbro, muove dalla necessità di portare l'attore a 'pensare con il corpo' e non con la testa il suo essere in scena, relazionarsi al luogo-teatro, agli altri attori e agli spettatori, al suo interno-esterno secondo una modalità di relazione aperta, in cui non esistono quarte pareti ma solo un triangolo comunicativo attore-attore-spettatore. All'interno di questo triangolo, che nel nostro caso è rappresentato dal significante Gabbiano Cechov / Crimp, si svolge la comunicazione, che è fatta di parole ma anche di azioni, che gli attori sono chiamati a 'cercare' ad ogni prova, ogni replica, in modo autonomo ed originario. Questo vuol dire che pur poggiando sulle stesse parole, ciò che lo spettatore vedrà in scena ogni sera, sarà uno spettacolo diverso in merito a ciò che accade; è il caso in cui, come diceva Nicolas Ray, sarà il contenuto a determinare la forma e non viceversa.
Diciamo di navigare nel vuoto, non per un vezzo formale o sperimentalistico, ma perché lo richiede il tempo in cui viviamo, e lo richiede Martin Crimp (vincitore del Premio Ubu 2005 come Migliore novità straniera), grande autore europeo, che si interroga costantemente sulla moltiplicazione dei piani di rappresentazione e sull'idea dell'amore, sul problema dell'altro.
Proponiamo quindi sei attori – tre coppie, in una scena vuota – il teatro, due microfoni - l'amplificazione del vuoto, la ricerca dell'amore, lo spettatore. Sandro Mabellini

domenica 8 luglio ore 23 castello pasquini castiglioncello
mo-wan teatro
PALOMA
regia e drammaturgia di Alessandro Brucioni
con Antonio Tagliarini
e Elena Ferrari
video Pulika Calzini
luci e fonica Leonardo Bucalossi
Arturo e Elena raccontano due mondi differenti. Arturo lavora, Elena studia. Arturo vive solo, Elena convive. Arturo balla, Elena si perde in riunioni politiche. Arturo è estroverso, Elena scrive lettere alla nonna. Attraverso le loro due semplici storie emergono le contraddizioni della società in cui vivono. Oblio della storia recente, ricordi, confusione dei piani, rabbia, solitudine e un infinito bisogno d’amore. Eppure la realtà si confonde. Le stesse parole per cose differenti. Lo stesso sguardo per sorrisi differenti. Lo stesso amore per persone differenti. Lentamente la realtà va a perdersi. Lentamente le due storie si sbriciolano e i resti si ricompongo come tante voci isolate. Che cosa sta succedendo? Chi è Arturo? Che cosa sta facendo realmente? Dov’è Elena e che cosa cerca? Chi sono?
La realtà è l’esito di tanti punti vista. La realtà è sempre meno reale. Non sempre la realtà è visibile.

domenica 8 luglio ore 21 teatro l’ordigno vada
Traversi Danza
SINFONIA
(Titolo provvisorio)
Nuova Produzione
danza
Ideazione e direzione: Silvia Traversi
Coreografie : Silvia Traversi
Video: Dario Marzola
Luci: Cristina Massari

Silvia Traversi si cimenta sulle partiture di Robert Schumann.
Una musica piena di energia, di vita, di passione. Dei ritmi incalzanti e scorrevoli, mai melensi, delle melodie che non passano inosservate all’orecchio e che racchiudono un movimento pieno, deciso, energico.
Una coreografia che prenda spunto dalla danza intrinseca racchiusa nella partitura.
La musica prima del racconto.
Il racconto insieme alla musica. Nella danza serrata sulle note della seconda sinfonia di Schumann trovano spazio
le piccole(grandi) relazioni che si stagliano da questo ensemble di esseri umani.
Un racconto di quattro uomini e tre donne, di scherzi e dispetti, di bellezza e di solitudine, di conforto e amicizia, di frenesia e tempo scandito. Tra ironia e sincerità.

lun 9 ore 21 e mart 10 luglio ore 23 castello pasquini castiglioncello
I Sacchi di Sabbia
1939
Prima Nazionale
di Giovanni Guerrieri

con Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Enzo Illiano
collaborazione artistica Giulia Solano
collaborazione tecnica Federico Polacci

“1939” è un “falso storico” alla ricerca della sua plausibilità. Falso come tutti gli spettacoli, questo ha in più l’aggravante d’essere storico. “1939” traccia i limiti della memoria, della rappresentazione, nella consapevolezza che ogni indagine ed ogni relativa divulgazione rischia la “falsificazione”.
“1939” s’ispira al “Principio di indeterminazione” di Heisenberg che regola le teorie delle particelle elementari in fisica, secondo il quale è impossibile conoscere “esattamente” lo stato di una particella perché una qualunque osservazione finisce per alterarlo. In quanto storico“1939” include una storia, che è narrazione, che è trama: siamo in una piccola città di provincia nel 1939, dove si aspetta con ansia e trepidazione la visita di un ministro, alla vigilia della Guerra Mondiale. Si mormora che qualcuno progetti di uccidere Sua Eccellenza in uno spettacolare attentato in piazza... Ma in quanto falso, “1939” include anche il noir, l’avventura (in senso salgariano), il cinematografo, il melò. E così la Storia raccontata rischia la fiction. E noi a cercare di riviverla, di imitarla. O di sospenderla. Solo l’immobilità è parodia dell’azione. L’inerzia del corpo la suprema resistenza. Scemi. La plausibilità si raggiunge solo con la complicità di chi guarda.

lun 9 ore 23 e mart 10 luglio ore 19 castello pasquini castiglioncello
costanzo/rustioni R.O.M
ESTÁ BIEN
Prima nazionale
progetto di e con Milena Costanzo e Roberto Rustioni
assistente Giulia Abbate
direttore tecnico, tecnico audio/luci Diego Labonia

Un nostro punto di vista ironico, provocatorio e disperato sulla “volgare realtà quotidiana”.
Durante il percorso, lo studio si è nutrito delle fonti di riferimento più disparate.
Abbiamo lavorato sulle sabbie mobili, abbiamo archiviato azioni, parole, materiali, immagini...
Abbiamo composto figure nate dalla sovrapposizione di veline, ogni velina una nuova difficoltà, un nuovo compito, un nuovo vincolo.
Il disegno finale si regge su slittamenti continui.
Està bien è ora il nostro archivio vagante di responsabilità. L’archivio dei ricordi, delle paure, cataste di carte accumulate, cataloghi, elenchi interminabili di nomi, date di nascita e di morte.
Tutte le cose scritte, tutte le cose che si dovranno ancora scrivere.

lun 9 luglio ore 19,30 teatro l’ordigno vada
Compagnia Paola Bianchi
CORPUS HOMINIS
Danza
ideazione e coreografia Paola Bianchi
in scena Alessandro Bedosti, Piero Leccese, Matteo Garattoni
musiche originali Fabio Barovero
disegno luci Fabio Sajiz

Il lavoro parte da una riflessione sul corpo come luogo in cui si inscrivono i rapporti di dominio e di subordinazione. Non rivelerò il potere. Rivelerò la vittima, vittima di se stessa, di quel self care che è la cura ossessiva, quotidiana: il corpo. Corpi, soli, spettatori del mondo


mart 10 luglio ore 21,30 castello pasquini castiglioncello
Compagnia Dionisi
OPERA NOTTE
senzacuore

di Renata Ciaravino con Giulio Baraldi Emiliano Brioschi Alex Cendron Silvia Gallerano Carmen Pellegrinelli Lorenzo Piccolo
musiche dal vivo di Massimo Betti (chitarra) Donato Biscione (tastiera e sax) Elvio Longato (batteria) Giulio Sagone (basso)
Scene luci e costumi Laura Bresciani
Regia di Valeria Talenti

Sentire come udire: i rumori che fa la città di notte. Perché la notte è un amplificatore. I rumori di notte colpiscono l’udito. Come il rock. La musica ingrediente originario del rito tragico e dionisiaco è quella di oggi. Sentire come sensazione: i movimenti rotolanti delle nostre emozioni quando franano sotto la spinta di un incontro: avvenuto o mancato. Con una catarsi popolare sulle note di canzoni fin troppo note che ad ascoltarle di notte ci sembra che non avevamo mai saputo di cosa ci parlavano veramente. La melodia del pop e la combustione del rock contemporaneo. Lirico e osceno al contempo. Una band di ombre ci porta in viaggio nella notte. Per raccontarci che la notte è sorella della morte. Al buio non si vede, quindi si cessa di apparire. Le ombre diventano corpi assumono volti e raccontano storie singolari, sussurrano confessano urlano cantano. Chiusi nel cesso di un locale sul bordo di una strada dentro una discoteca in una stanza di un motel dall’etere di una radio nella cella di una prigione. Sono coloro che sono restati senza sonno e senza cuore. Al buio. I nostri personaggi sono uomini e donne delle notti di oggi.

mart 10 luglio ore 21 teatro l’ordigno vada
Habillé d’eau
BEATE
La sostanza si fa interpunzione - Nudo ordito trascendentale - Iniquità del tempo
Anteprima
Danza

Ideazione e regia Silvia Rampelli
Danza Alessandra Cristiani, Andreana Notaro, Elisabetta di Terlizzi, Silvia Rampelli
Luce Gianni Staropoli
Oggetti di scena Luca Servino

Apparentemente focalizzata sull’epifania del tempo, nel grande negativo lasciato dal ritrarsi della sostanza, il luogo di questa prova performativa è, in realtà, la soglia non misurabile del fluire fruire della durata. La persistenza dell’oggetto genera una fluttuazione, che sfoca la nozione di identità, annullando il prima e il poi nell’atemporalità indeterminata dell’origine e sfida il meccanismo percettivo, che - scandendo per intervalli - insegue forme chiuse nel continuum spazio-temporale. Vano contare alla rovescia: qualsiasi successione non equivale al suo inverso.


mart 10 e merc.11 luglio ore 18 castello pasquini castiglioncello
Accademia degli artefatti
AB-USO
an oack tree

Accademia degli artefatti approda a Tim Crouch e conclude con questo lavoro il progetto di indagine sulla drammaturgia contemporanea avviato nel 2003, DRESS-CODE: REALITY. Dopo aver affrontato Sarah Kane, Peter Handke e Martin Crimp, l’incontro con la drammaturgia di Tim Crouch prosegue il lavoro su un teatro che si interroga sul potere esercitato attraverso il linguaggio, e dunque sulla necessità del senso, attraverso un investigazione che contamina la parola con le forme più estreme di performance e arti figurative. Con la tappa dedicata a Tim Crouch ogni sera saranno attori diversi a rappresentare gli spettacoli e ogni sera sarà inoltre invitato un attore esterno a partecipare senza aver mai letto il copione, totalmente in balia degli altri.
Il percorso produttivo continua necessariamente in parallelo a quello laboratoriale che ha accompagnato tutto il progetto, aprendo all’esterno l’indagine svolta sulle distorsioni dei processi comunicativi, il rapporto tra realtà e finzione, la significazione della pausa. Ogni volta che lo spettacolo verrà messo in scena, l’attore esterno non conoscerà il testo che sarà costretto ad affrontare, ma attraverso il laboratorio precedentemente seguito sarà pronto per costruire insieme o contro il suo deuteragonista la relazione necessaria a far emergere il testo.

merc 11 luglio ore 21 teatro l’ordigno vada
Antonio Tagliarini
SHOW
(terzo spettacolo della trilogia sulla rappresentazione: “Freezy”, “Titolo provvisorio.senza titolo” “Show”)
Prima Nazionale
danza
di e con Antonio Tagliarini
Scene, costumi e collaborazione artistica di Fabrizio Bianchi
elaborazione maschere Fabrizio Bianchi e Roberta Spegne

Un auto-ri-tratto impossibile. Un auto-intervista, tante interviste. La confessione. Io sono un presentatore, un danzatore, uno show-man. Io sono…me, io…chi sono? Io sono il mio tempo. Io sono le mie cose. Io sono i miei eroi. Io sono il mio alter-ego… io sono tante di quelle possibilità che mi diluisco, svanisco, coincido con lo spazio che mi circonda, coincido con gli occhi che mi guardano e che guardandomi mi rendono possibile e dunque vero…

merc 11 e giov 12 luglio ore 22,30 castello pasquini castiglioncello
Guascone Teatro
OSTAGGI
di Andrea Kaemmerle
Prima Nazionale
con Andrea Cambi, Carlo Monni, e la partecipazione straordinaria di Alberto Severi (giornalista Tg3)

Carlo Monni definito "il poeta contadino, il diamante grezzo della comicità toscana". Andrea Cambi esponente di una comicità del dolore toscana, comico triste alla Buster Keaton. Andrea Kaemmerle clown poetico ed irriverente, dopo essersi trovati in scena in molte "improvvisazioni" si ritrovano in una nuova produzione ad essere i nuovi martiri dell'occidente, simbolo di tutti i vessati del mondo. Una piece "originale" che vede i tre attori "prigionieri", chiusi in una cella che diventa il simbolo della società. Questa reclusione darà il là a "onirici viaggi" nei ricordi, in se stessi, e nei propri sogni, incubi speranze. Riflessioni e grandi momenti di profonda ed "esistenziale comicità". Intermezzeranno il tutto i bollettini telegiornalistici di Alberto Severi che dalle emittenze televisive, direttamente in teatro interverrà in vari momenti a raccontare questi giorni di prigionia, e a mostrare le interviste e gli appelli disperati degli amici celebri, dei tre ostaggi. Questo lavoro cerca di unire la grande tradizione dei Maestri del teatro del '900 Bekett, Ionesco, Mrozec, alla tradizione popolare dell'attor comico.

merc 11 ore 21 e giov 12 luglio ore 19 castello pasquini castiglioncello
Laboratorio nove
BLUES BALKAN & C
autore e regista Luca Camilletti
con Chiara Vannuccini, Simona Arrighi, Matilda Arrighi, Sandra Garuglieri, Roberto Gioffré, Romeo Martin Panichi, Silvano Panichi, Pietro Rabatti, Ilaria Cristini
luci di Roberto Cafaggini

Vita, morte, miracoli. I resti evocativi per sacrificare l’idea di una possibile narrazione senza trama autorizzata; l’immaginario balcanico e apolide spalmato nella scena sconsolata, aperta e vuota e piena e buia. Nessun intento storiografico né somministrazione del catalogo delle ingiustizie del tempo. Un tentativo di chiamare le cose con nomi improvvisi senza pensare di dover fare i conti con la storia dell’arte o con la geografia. Il titolo è pronto a raccogliere il musicista curioso, lo storico insoddisfatto, la varia umanità partecipe dell’ordinarietà delle cose - grandi già di per sé senza il bisogno di chiamarle eventi. Nell’evento tutto si autodistrugge e si proclama particolare, indiziato e misero interlocutore della certezza. Nella fame e nell’assenza di dimora si sviluppa ciò che non esiste nel vizio della propria esistenza e si rende necessario pensare ad altro, qui, nella periferia dell’occidente.
Luca Camilletti lavora nel campo delle arti sceniche, con estensione alla musica e alla fotografia, sviluppando percorsi di ricerca che coinvolgono una visione e uno sguardo analitico e non psicologico con gli attori. Fa parte del gruppo Kinkaleri che da undici anni produce spettacoli e altri formati in stretta relazione con i linguaggi contemporanei dell’arte. Ha recentemente curato progetti con la compagnia Laboratorio Nove.


merc 11 ore 19 giov 12 ore 23 e ven 13 luglio ore 19 castello pasquini castiglioncello
CARAVANKERMESSE
di e con david Batignani e Natascia Curci
spettacolo per dieci spettatori – prenotazione obbligatoria
Spente le luci rimane il buio di una periferia sconosciuta, la vita si trasferisce all’ interno delle carrozze e nel futuro c’ è sempre una nuova città da raggiungere. Un caravan parcheggiato decorato alla maniera dei carrozzoni del circo, tutti gli ospiti sono accolti all’ esterno per ricevere il biglietto d’ ingresso. Lo spettacolo ha già avuto inizio. Una passerella d’ ingresso disegnata da un tappeto rosso e protetta da una veranda luminosa, un carretto, corde, gabbie. Tra l’alternarsi di entrate e uscite, due personaggi accolgono, si sfiorano, si scontrano e non si incontrano mai. Le nostre pareti sono sottili, il pavimento instabile e il tempo breve infastidisce l’ intimità.


ven 13
luglio ore 22 castello pasquini castiglioncello
Strade Bianche presenta:
Giovanni Battaglia
PEZZIDUOMO
di Giovanni Battaglia
regia di Roberta Fossati
musiche Giusi Bisantino

Lo spettacolo nasce dal dialogo tra due amici di vecchia data: un antropologo (Duccio Canestrini) e un attore (Giovanni Battaglia).
Se fosse un viaggio, sarebbe un dirottamento: più che sviluppare dei temi, li avviluppa. In effetti lo si può considerare il diario di un libero pensatore, dove la sfera privata e quella sociale si intrecciano continuamente, così come i registri: il dramma, la comicità.
Il protagonista è uno sfollato dalla pazza folla, un cinquantenne caparbio che combatte contro il pensiero unico. Gli anglofoni lo direbbero HTQ, hard to qualify, difficile da inquadrare.
Pezziduomo si snoda in dieci monologhi che durano tra i cinque e i dieci minuti ciascuno. Ogni monologo tratta un argomento specifico e lo sipotrebbe considerare come uno dei pezzi dell’uomo che si racconta.
Il nostro registro non è quello del teatro tradizionale, non è cabaret, non è un oratorio civile.
E’ piuttosto uno spazio interiore, un luogo dove pensarele nostre domande, dove mettere a nudo le fragilità, le contraddizioni della vita quotidiana. Lo spettacolo, le cui atmosfere sono raccontate dalle musiche originali di Giusi Bisantino, fa anche ridere, certo, ma la comicità non è usata come arma di distrazione di massa. E’ invece funzionale ad alleggerire la fatica della resistenza umana, con
la voglia di interrogarsi sugli scenari possibili: quelli attuali, quelli che vedranno i nostri figli.

giov 12 ore 21 e ven 13 luglio ore 19 castello pasquini castiglioncello
Narramondo Teatro
ANTIGONE
da Antigone di Sofocle
Prima Nazionale con Eva Cambiale, Elena Dragonetti, Francesco Ferrieri, Paolo Livolsi, Carlo Orlando, Nicola Pannelli, Franco Ravera, Raffaella Tagliabue regia Carlo Orlando e Nicola Pannelli

“La visione di Tiresia ( di Sofocle) dell’inversione del mondo dei vivi e del mondo dei morti, ha acquisito per noi, oggi, una straordinaria attualità. E’ la lucida descrizione di un pianeta dove massacri e guerre nucleari hanno lasciato un numero infinito di morti insepolti, dove i vivi attendono la fine nel buio di rifugi sotterranei...” (“Le Antigoni”, George Steiner)
Durante la seconda guerra mondiale, in Russia, un soldato arriva in un villaggio distrutto. Vede una donna inginocchiata accanto ad un cadavere che si strappa i capelli, piange e cosparge il corpo di polvere.
Le chiede perché lo fa. Lei risponde “E’ mio fratello. Non basta?”
Ancora. Sempre durante la seconda guerra mondiale, in Grecia, il villaggio di Kalavrita, viene raso al suolo dai nazisti e la popolazione maschile trucidata. Le donne del villaggio scappano dalla scuola dove erano state rinchiuse e, violando le direttive del comando tedesco e rischiando di finire impiccate, corrono in massa a piangere e a seppellire i compagni morti. Saranno ricordate come “Le mille Antigoni”.
Antigone ritorna. Ritorna sempre, anche oggi, ai nostri giorni. Ritorna nelle nostre città ancora sconvolte dall’odio. Ritorna quando, in nome di leggi non scritte, ci si ribella ad un potere sordo e feroce che calpesta la nostra pietà, il nostro senso di umanità e giustizia. Antigone o “ della disubbedienza”. Così, la sventurata figlia di Edipo è arrivata a noi. Quel conflitto non negoziabile e irrisovibile tra l’ IO e lo Stato, tra l’individuo e la società, raccontato da Sofocle, ci parla fin troppo chiaramente del nostro presente e di quei luoghi, lontani solo geograficamente, dove il potere si manifesta nelle sue forme più oppressive. Portare in scena le ferite del tempo presente. Questo è l’obbiettivo della nostra associazione. Fino ad oggi lo abbiamo fatto attraverso la drammaturgia contemporanea e la narrazione pura e semplice, senza artifici. Ora abbiamo deciso di confrontarci con il mito e la tragedia classica, di parlare dell’oggi attraveso il mito e la tragedia. Lo faremo cercando di reinventare la nostra arte, evitando di proporre banali attualizzazioni o fredde citazioni di un modello classico. Partiremo da questo presupposto per creare uno spettacolo semplice, diretto, scarno. Uno spettacolo non di regia ma di attori che continuamente interrogano il testo, interrogano la propria arte e la propria necessità di testimoniare la tragedia oggi. Carlo Orlando

ven 13 ore 21 e sab 14 luglio ore 19 castello pasquini castiglioncello
Maurizio Lupinelli
FUOCO NERO
di Antonio Moresco
Prima Nazionale

ideazione e realizzazione: Maurizio Lupinelli, Elisa Pol, Antonio Rinaldi
con Maurizio Lupinelli e Elisa Pol

Fuoco Nero è un ossimoro in cui l’unico modo che l’attore ha per vivere la scena è l’annientamento della propria rappresentazione.
Tratto dal testo teatrale Fuoco Nero di Antonio Moresco, compreso nella raccolta Merda e Luce, ed. Effigie, Milano, l’omonimo Fuoco Nero messo in scena da Maurizio Lupinelli, Elisa Pol ed Antonio Rinaldi, è un viaggio onirico dove innumerevoli figure appartenenti alla Storia e al Cosmo si passano violentemente il testimone (il corpo vivo dell’attore in scena) per compiere una corsa che brucia e che consuma il respiro.
In questo lavoro il teatro viene interrogato dal tamburo di una pistola che spara e che cancella di volta in volta la rappresentazione ed il suo ricordo.
Il gioco in cui lo spettatore si trova è chiaro fin dal principio:
“…anche la luce è buio…”
“No anche il buio è luce…”


ven 13 ore 19 e sab 14 luglio ore 21 teatro l’ordigno vada
Anna MacRae (Austria- neozelanda)
SHOCK BODY
Prima Nazionale
Concept / Choreography / Performance: Anna MacRae
Sounds performance: Ignaz Schick
Video: Anna MacRae & Simon Kürmayr, Kenji Ouellet
Lights: Martin Beeretz
Set: Simon Kürmayr
Costume: Anna MacRae

Shock body è una performance su come il linguaggio del corpo reagisce allo shock. Un linguaggio che il corpo esprime quando si sgancia dall’emozione e dall’intelletto. C’è una strada lineare che tira da un estremo dello spazio all’altro che rappresenta l’autorità della linea retta.
Una linea ondulata che ci conduce giù. C’è una persona nello spazio che ha due corpi, uno è fermo e l’altro ruota. Essere vivi significa essre nella velocità. I passeggeri abitano “la terra della velocità”, una seconda dimensione. Il lontano diventa vicino e il vicino diventa lontano. C’è una dissolvenza di dettagli nel mondo della velocità e una distorsione.

sab 14 ore 19 e dom 15 luglio ore 21 teatro Solvay- rosignano solvay
Snejanka Mihaylova Silvia Pasello
SNEJANKA MIHAYLOVA PRESENTA SILVIA PASELLO CON SILVIA PASELLO/ DOVE?
con Silvia Pasello

Il lavoro di Snejanka Mihaylova e Silvia Pasello si serve di un percorso a tappe che utilizza l’ospitatilità di strutture teatrali per creare formati differenti (performance, video, interviste, pubblicazioni, testimonianze etc) situati al confine tra il teatro e le arti visive. Per la seconda tappa del progetto le due artiste hanno scelto un luogo preciso: il teatro Solvay di Rosignano che sarà l’oggetto della loro interpretazione.

sab 14 ore 23 e dom 15 luglio ore 22 castello pasquini castiglioncello
Kismet teatro Opera
ASSEDIO
testo e regia Mariano Dammacco
con Christian Di Domenico, Franco Ferrante, Luca Moreni, Ermanno Nardi, Maria Rita Simone
spazio scenico Mariano Dammacco, Vincent Longuemare

Assedio è un testo teatrale costruito intorno alla parabola di Achille nell’Iliade. Nell’Iliade ho letto la storia di un popolo che ne assedia un altro. Ho letto di una guerra combattuta da uomini orientati da divinità orgogliose e vendicative.
L’Iliade mi racconta di logiche e forze che sottendono alla vita degli uomini anche oggi.
Mi racconta dell’Occidente in cui viviamo oggi, un Occidente che assedia l’altro da sé ma che, allo stesso tempo, è composto da individui assediati. Nell’Iliade ho letto di uomini, donne e finanche eroi privi di libertà, che hanno la loro ragione di essere solo se spendono i propri talenti e la propria vita nel solco del pensiero dominante all’interno della loro società. E’ questo il caso di Achille. Durante il poema, e quindi in Assedio, a un certo punto, Achille si ferma, pensa e vede che la sua eccellenza e la sua eroicità si spendono appunto in questi termini. Vede e deve scegliere se smettere di essere l’eroe, perché sì eccellenza ma di una causa ingiusta perseguita in modo ingiusto. Achille deve scegliere tra la coerenza alla sua nuova visione del mondo, a costo dell’isolamento, o invece una nuova, ed ora ipocrita, adesione al sentimento, al pensiero ed all’azione comune, in cambio di innumerevoli benefici.Mariano Dammacco

sab 14 ore 21 e dom 15 luglio ore 19 castello pasquini castiglioncello
fortebraccio teatro
NNORD
di Roberto Latini
con Sebastian Barbalan, Paolo Carbone, Guido Feruglio, Fabiana Gabanini, Roberto Latini, Vinicio Marchioni, Marco Vergani
colonna sonora e aiuto regia Gianluca Misiti
luci e direzione tecnica Max Mugnai
scena Pierpaolo Fabrizio

Essere a Nord. Profondamente. Essere il Nord. Come condizione mentale, culturale, sociale, politica, economica, quasi antropologica. Costruito in quadri indipendenti, in scene numerate come dentro a una sequenza, una serialità, lo spettacolo è la reiterazione di uno stato, di un concetto, dentro il significato di “normale”. Senza pretesa alcuna di essere esaustivo nel suo proporsi, senza capacità, ci piacerebbe, senza mediazioni. Nessun testo di partenza, appartenenza o guida. Con una scrittura scenica diretta, che non risulti essere l’esito di un adattamento o di una riscrittura, ma dentro la purezza della comunicazione o della relazione. Non dell’interpretazione. Oggettivo e personale quanto la percezione. Come se gli appuntamenti che chiamiamo teatro fossero le pagine di un diario collettivo.

dom 15 luglio ore 23,30 castello pasquini castiglioncello
Teatro Sotterraneo
POST-IT
Prima nazionale
creazione collettiva Teatro Sotterraneo
in scena Sara Bonaventura, Iacopo Braca, Matteo Ceccarelli, Claudio Cirri
elaborazione drammaturgica Daniele Villa

Un volume cubico neutro, metri 5x5. Una guaina di teli neri. Quattro performers che aggrediscono la scatola teatrale da tagli e aperture. Partendo dalla formula svelare occultando Teatro Sotterraneo imposta un funerale consapevole di stare sulla scena, una catena di montaggio che va dalla produzione all’imballaggio fino allo smaltimento, presentazione scenica che offre e poi rimuove, impacchetta, mette via cose e persone. Post-it agisce per sottrazione: l’azione all’azione, il parlato al parlato, le cose alle cose, un sistema di frammentazioni entro cui i corpi agiscono in modo costretto – dagli spazi, dai materiali, dall’obiettivo di togliersi.
Post-it è un recesso, un dimenticatoio dove cercare e verificare ogni possibile Fine: nel consumo di oggetti, nell’esaurirsi di un discorso o di una partitura, nell’assenza che prelude sempre e comunque al ritorno.

dom 15 luglio ore 21 teatro l’ordigno vada
Teatri della Resistenza
PRESENTE DI MEMORIE
Prima Nazionale
di Dario Focardi
Regia : Teatri della Resistenza

Presente di Memorie è una bibbia di persone, di ricordi e di racconti.
Presente di Memorie è molte domande scomode e poche risposte. Presente di Memorie è l’intromettersi delicatamente nel privato per trovarvi un senso si appartenenza che tutti possano condividere. Presente di Memorie è la nostra Storia, le nostre Storie di una terra 60 anni fa attraversata dalla guerra.
Con Dario Focardi, Livia Giunti e Linda Galluzzo



Info:

ARMUNIA
Castello Pasquini Piazza della Vittoria, 1
57013 castiglioncello – LI
tel:
0586 754202 – 759021 fax 0586754198
e-mail: armunia@armunia.it
internet: www.armunia.it


 
© copyright ateatro 2001, 2010

 
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