ateatro 71.81
Quale futuro per l'ETI?
Una giornata di incontro a Roma
di I rappresentanti aziendali del Sindacato Lavoratori Comunicazione e della Funzione Pubblica CGIL dell’ETI
 

Un convegno sulle sorti dell’Ente Teatrale Italiano

Quale futuro per l’ETI - Ente Teatrale Italiano?
e quale deve essere il ruolo ed il significato da attribuire all’aggettivo "pubblico" dell’unico organismo di promozione e diffusione dello spettacolo dal vivo esistente oggi in Italia. Se ne è discusso, stamattina, in un convegno, animato ed affollato, organizzato dalla Funzione Pubblica e dalla SLC della CGIL.
Numerosi gli interventi provenienti dai vari organismi dello spettacolo nell’intento di presentare e chiarire, in modo puntuale, la situazione difficile in cui verte l’ente, in un momento di trasformazione in atto – dalle questioni legate all’attribuzione del FUS all’imminente presentazione della bozza di legge unificata dello spettacolo dal vivo, nonché all’ulteriore passaggio legato al prossimo cambiamento del direttore generale, come già annunciato dai giornali.
Il Convegno, moderato da Lilia Chini (segretario CGIL Roma-centro) ed introdotto da Alfredo Garzi (Funzione Pubblica Nazionale CGIL), si è avvalso dei contributi dell’on Franca Chiaromonte (DS) che ha manifestato il timore che nelle politiche dell’attuale Governo rientri una dismissione, prima ancora di una privatizzazione, dell’Ente. Enzo Gentile, vice presidente dell’AGIS, mostrandosi in disaccordo su un’idea di privatizzazione ha rilanciato il concetto pubblico dell’Eti attraverso un’azione di promozione della fruizione della cultura teatrale sull’intero territorio, sostenendo il rapporto tra lo Stato e le Regioni al fine di superare il limite di sola gestione dei teatri – le quattro sale programmate a Roma (Quirino e Valle), Firenze (La Pergola) e Bologna (il Duse) –.
Altro nodo variamente condiviso è quello dell’ottimizzazione delle competenze specifiche e altissime interne all’ente, proposto da dal professor Renzo Tian, studioso di teatro e Commissario Straordinario della passata gestione ETI, che ha ribadito il ruolo di un ente pubblico chiamato a promuovere cultura, "una promozione che non sia divulgazione né distribuzione quantitativa ma creazione di focolai di cultura teatrale attraverso la formazione di strutture in grado di diventare, a loro volta, volano di sviluppo costante sul territorio: non è concepibile che un ente nato, cresciuto, evolutosi in 60 anni di attività abbandoni il sentiero del pubblico". Cosa servirebbe al mondo teatrale, lo ha chiarito Paolo Aniello, presidente della Tedarco-Teatri d’arte contemporanea, sostenendo la necessità che la promozione e la divulgazione della cultura teatrale restino funzione pubblica dell’ente mentre la gestione dei quattro teatri sia affidata ad un organismo diverso tipo fondazione. L’on. Gabriella Pistone (comunisti italiani) ha preceduto l’intervento di Domenico Galdieri, presidente dell’ETI, che condividendo i contenuti delle relazioni precedenti, ha esplicitato la necessità di difendere e supportare "il teatro privato di eccellenza e qualità" che è stato l’obiettivo delle linee dell’Eti degli ultimi due anni. Gli ha risposto immediatamente il consigliere Luciana Libero, ponendo il quesito rispetto alle linee dell’Eti: "è questa la politica giusta per un ente pubblico?" Dopo questi interventi il dibattito si è acceso, supportato dal contributo di Oliviero Ponte di Pino, giornalista e critico teatrale, il quale si è rifatto alla funzione di progettualità ampia dell’ente che non deve intervenire sull’esistente ma intercettare, individuare ed interagire col sistema –teatro laddove ce ne è bisogno, come "gli enzimi in una reazione chimica".
Giunge a questo punto la richiesta di un tavolo di concertazione da parte Carlo Tarlini del sindacato lavoratori comunicazione CGIL, al fine di superare la discrasia tra le dichiarazione d’intenti e le azioni svolte dai vertici dell’Ente anche in relazione alla gestione dei rapporti col personale; convinto che l’ETI vada salvaguardato nella sua funzione di confronto, sollecitazione e raccordo sul territorio anche attraverso lo strumento dei teatri direttamente gestiti, quali luoghi da vivere non solo per la fruizione dello spettacolo serale. A conclusione dei lavori, sono intervenuti Raffaele Squitieri, capo di Gabinetto del Ministro Giuliano Urbani nonché Magistrato della Corte dei Conti e il dottor Salvo Nastasi, designato quale Direttore Generale dello Spettacolo dal Vivo. Entrambi hanno espresso la disponibilità all’apertura di un tavolo di concertazione al fine di migliorare il funzionamento dell’ente affinché superi la delicata situazione contabile e finanziaria in cui si trova al momento: l’ETI stenta a rivestire il proprio ruolo istituzionale perché carente di una progettualità alta alla quale affidare finanziamenti mirati.
La CGIL si ritiene soddisfatta dell’andamento dei lavori che si prefiggevano di sottolineare e ribadire la necessità della funzione pubblica dell’ETI e della trasparenza nella sua gestione, e che hanno trovato la piena condivisione da parte degli interventi esposti.


 
© copyright ateatro 2001, 2010

 
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