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Croff ce l'ha fatta: è presidente della Biennale
Dopo mille polemiche
di Redazione ateatro
 

Dopo un tortuoso cammino, Davide Croff forse ce l'ha fatta. La sua nomina a presidente della Biennale - precedentemente «bocciata» in senato - è stata approvata dalla Commissione cultura della camera con 26 voti a favore e 12 contrari su 38 votanti: contro i Ds (9 componenti), Vittorio Sgarbi e Titti de Simone di Rifondazione comunista. Croff aveva annunciato che se il parere fosse stato negativo - nonostante non sia vincolante - si sarebbe dimesso. Gongola naturalmente il ministro Urbani e ringrazia sentitamente il presidente della regione Galan, sostenitore della candidatura fin dal primo momento. Anche il sindaco di Venezia Paolo Costa si dichiara soddisfatto: «siamo finalmente pronti per rimetterci al lavoro». Per Sgarbi, la scelta di Croff non è così luminosa e anzi è un segno che va in direzione opposta alla cultura: «È un momento buono per i banchieri» ha commentato. Andrea Martella dei Ds ha spiegato così il no dei democratici di sinistra: «il nostro giudizio è negativo sull'atteggiamento che ha avuto il governo e sul decreto di riforma che non risolve i problemi della Biennale. Apprezziamo le qualità professionali del presidente Croff ma riteniamo che in queste condizioni non può essere autonomo. L'istituzione resta in uno stato di incertezza, paralisi e ritardo nella programmazione a causa delle scelte del governo di centrodestra». E Martella non ha mancato di sottolineare il proprio disagio per il voto (positivo) della Margherita, «che pure - dice - aveva condiviso con noi tutte le critiche».


 
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